
Aumenti nel settore Bakery: quando i rincari cambiano i cataloghi e mettono in crisi rivenditori e clienti
Ne abbiamo già parlato nell’articolo precedente sugli aumenti dei prezzi, ma eccomi di nuovo qui.
Questa settimana ho ricevuto una mail da un fornitore: purtroppo gli aumenti continuano, in particolare sui prodotti che contengono frutta secca e piccoli frutti.
Il risultato? Anche il mondo del Bakery subisce rincari irragionevoli e importanti, al punto che alcune aziende sono costrette a smettere di produrre certi articoli, cambiando completamente il proprio catalogo.
Quando un aumento toglie un prodotto dal mercato
Non si tratta solo di variazioni di listino. A volte i costi così alti portano a eliminare dal catalogo prodotti che potevano essere un vero punto di forza per l’azienda.
Questo crea una catena di difficoltà:
il produttore perde un potenziale “diamante” del suo assortimento,
il distributore si trova in crisi perché puntava su quei prodotti,
il cliente finale si ritrova senza ciò che amava e perde fiducia.
Un effetto domino che porta discontinuità, cataloghi che cambiano di continuo e clienti sempre più disorientati.
La difficoltà dei rivenditori
Parlo da chi vive questa situazione in prima persona, dalla parte del rivenditore.
Ogni volta che un prodotto sparisce, sono costretta a cambiare fornitore e a cercare nuove alternative, sempre cercando di mantenere alta la qualità. Ma il rischio è concreto: perdere la giusta sinergia con i clienti. Se un barista non trova più quel dolce tanto apprezzato e si limita a dire “non c’è più”, la responsabilità ricade sul rivenditore.
E io, che sono abituata a sentirmi dire “Signora, i suoi dolci sono buonissimi!”, potrei trovarmi davanti a un cliente deluso che mi chiede: “Perché non ci sono più quei prodotti?”
Come affrontare questi momenti?
La domanda rimane aperta: cosa possiamo fare?
Subire in silenzio non è la soluzione. Forse servono nuove strategie comuni tra produttori, distributori e rivenditori per garantire continuità, qualità e soprattutto fiducia al cliente finale.
Perché senza fiducia, il rischio è che il consumatore cambi bar, negozio o fornitore. E questo sarebbe un danno ancora più grande del semplice aumento di prezzo.