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Estate 2025: caldo, follie e prezzi alle stelle

Siamo ormai al termine di questa estate 2025: un’estate calda, imprevedibile e, per certi versi, “pazza”. Non solo per le condizioni climatiche, ma anche per l’altalena di prezzi che ha messo in difficoltà cittadini e imprese.

In che direzione stiamo andando? Dove arriveremo?

Le aziende italiane, soprattutto quelle di dimensioni medio-piccole, fanno fatica a stare in piedi. I listini cambiano di continuo, generando confusione e sfiducia. Capita sempre più spesso di comprare un prodotto a un prezzo e, il mese successivo, ritrovarlo aumentato. Anche di poco, certo, ma con una frequenza che lascia perplessi.

A me, per esempio, è capitato di pagare un caffè al bar €1,40 e, dopo un mese, €1,50. Seduti al tavolo? €2,50. Un dettaglio? Forse. Ma è solo la punta dell’iceberg.

Prezzi folli, esempi concreti

Quest’estate non sono mancati episodi eclatanti che hanno fatto discutere:

€20 per due coni gelato.

€80 al giorno per due lettini e uno sdraio in spiaggia.

Brioches con sovrapprezzo se tagliate a metà.

Un bar che introduce la mancia obbligatoria del 5%.

Un altro che torna al baratto come forma di “resistenza creativa”.

I giornali, le televisioni e i social hanno amplificato ogni storia, trasformando i rincari in spettacolo. Ma dietro queste cronache c’è una verità più amara: le imprese dicono di non farcela più, i costi fissi aumentano e la risposta è inevitabilmente alzare i prezzi.

Ma i consumatori?
C’è un grande assente in questo dibattito: il consumatore.
Gli stipendi restano fermi, mentre le spese continuano a crescere. Così, ogni aumento si traduce in rinunce, piccoli e grandi sacrifici quotidiani. Ma quanto ancora si può reggere questa situazione?

Dal pre-Covid a oggi
Prima del Covid, gli aumenti dei listini erano relativamente contenuti: uno all’anno, a volte ogni due, con percentuali tra il 2% e il 5%.
Poi sono arrivati pandemia, guerra, dazi e crisi energetica. Tra il 2020 e il 2022 le materie prime, le bollette e i carburanti hanno spinto i prezzi alle stelle, senza stabilità. Nel 2023 c’è stata una breve tregua, ma già nel 2024 cioccolato e caffè hanno registrato rincari fino al 30%.

Il 2025 era iniziato con maggiore calma, ma il meccanismo degli aumenti si è rimesso in moto. Ora, a tre mesi dalla fine dell’anno, è già annunciata una nuova ondata di rincari da ottobre.

La domanda che resta
Se le aziende continuano ad aumentare i prezzi e i consumatori non hanno margini per reggere, qual è il futuro del mercato italiano?
Chi troverà il bandolo della matassa per riportare stabilità?
La sfida non è più solo economica, ma sociale: perché quando il caffè al bar diventa un lusso, significa che qualcosa di profondo si è incrinato.